
Leggi sulla Canapa negli anni
L’Italia era, negli anni '50, al primo posto al mondo in termini di qualità canapa esportata e al secondo posto in termini di quantità.
FIN QUANDO...
Nel 1961 il governo italiano sottoscrisse una convenzione internazionale chiamata "Convenzione Unica Sulle Sostanze Stupefacenti" (seguita da quelle del 1971 e del 1988) che vieta la produzione e la fornitura di sostanze stupefacenti e affini tra cui viene compresa la canapa.
Nel frattempo, nel 1975 uscì la "Legge Cossiga" contro gli stupefacenti che vietò il consumo e la coltivazione di Cannabis in Italia, con conseguenze amministrative e penali per chi incorreva contro la legge.
AD OGGI INVECE...
In Italia la Canapa è sottoposta a un duplice regime normativo:
- da un lato è considerata pianta agricola e industriale e il suo utilizzo è regolato dalla Legge 242 del 2 dicembre 2016, (“Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”).
La legge si applica unicamente alle 68 varietà ammesse nel registro comune delle Varietà di specie delle piante agricole ottenute tramite semi certificati con valori di THC sotto lo 0,2%.
- dall’altro lato invece, qualsiasi altra varietà di canapa non inclusa nel registro, indipendentemente dal suo tenore di THC, è classificata come pianta da droga dal Testo Unico Stupefacenti (DPR 309/1990, a eccezione “della canapa coltivata esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali consentiti dalla normativa dell’Unione europea” (art.14).
Nel 2016, in Italia, entra in vigore la Legge 242.
La Legge 242/2016 sancisce la libera coltivazione della cannabis legale, ovvero della Cannabis Sativa che è stata incrociata con altre varietà in modo che presenti concentrazioni di THC (tetraidrocannabinolo) variabili dal 0,2% fino alla soglia massima tollerata dello 0,5%.
In particolar modo, la legge n.242 elimina ogni responsabilità dei coltivatori, commercianti e dei produttori di cannabis light e derivati laddove si dovessero registrare concentrazioni di THC superiori allo 0,2%.
In caso di livelli di THC superiori alla norma, tuttavia, è comunque previsto il sequestro e la distruzione della coltura.
Un altro importante punto della legge n.242 sancisce la libera compravendita di canapa e dei suoi derivati, comprese le infiorescenze, liberamente acquistabili presso Grow Shop e rivenditori online.
Nel 2019 si torna a parlare di legalizzazione tramite il DDL del 2019 sulla cannabis legale.
Il disegno di legge del senatore Mantero avrebbe previsto la regolamentazione del mercato della Cannabis a basso contenuto di THC e dei prodotti che ne derivano, venendo incontro ai produttori e agli utilizzatori di questi prodotti. Avrebbe inoltre offerto la possibilità di coltivare fino a tre piantine di cannabis non ad uso industriale.
Ciò che la politica e l'opinione pubblica non riescono a comprendere è che la legalizzazione è un fattore molto importante perché aiuterebbe a ridurre lo spaccio illegale della cannabis da parte di attività criminali organizzate e consentirebbe all'Italia di rinnalzare l'economia con la tassazione delle tante attività commerciali che potrebbero nascere in questo settore.
Inoltre i consumatori avrebbero tra le mani un prodotto di filiera controllato, certificato, sicuro e di eccellente qualità, dal momento che una grande percentuale di cannabis proveniente dal mercato nero risulta essere trattata con sostanze nocive.
In Italia i consumatori di Cannabis risultano essere intorno ai 5 milioni, perciò ci troviamo di fronte ad un salto fondamentale da compiere.